Nel chiostro-giardino, quieto spazio del museo, la fiber artist Antonella De Nisco propone una pregevole installazione, quasi un rebus, che intreccia con materiali naturali un pozzo, oggetti, aria e sogni. L’opera vuole essere una riflessione giocosa sull’IA che, pur essendo capace di aiutare gli scienziati nelle loro ricerche, non sa usare analogia e astrazione. I ricercatori, infatti, devono procedere per ragionamento e la mente razionale, mentre prova a dimostrare o a confutare che il percorso di un’idea attraente sia corretto, segue la strada suggerita dall’intuizione, in un processo analogo a quello dell’artista, sempre a caccia di bellezza.